Sepúlveda Luis - 2008 - La Lampada di Aladino by Sepúlveda Luis

Sepúlveda Luis - 2008 - La Lampada di Aladino by Sepúlveda Luis

autore:Sepúlveda Luis
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Narrativa straniera
ISBN: 8860881412
editore: Ugo Guanda Editore
pubblicato: 2007-12-31T23:00:00+00:00


La sede della Kripo di Amburgo, come tutti i commissariati, all'esterno aveva un'aria lugubre, specialmente sotto il cielo coperto dell'autunno, ma dentro la passione tedesca per le piante d'appartamento dava un tocco esotico all'ambiente. Su quasi tutte le scrivanie si vedevano vasi con yucche, mentre negli angoli si moltiplicavano gli orrendi ficus e tutte le finestre sfoggiavano festoni di tristi filodendri.

L'agente Kaltwasser, dopo aver chiarito che non ero assolutamente agli arresti ma solo invitato a collaborare, mi ordinò di attendere in una saletta che somigliava molto a una serra. Ero lì da pochi minuti, a fumare e sfogliare qualche rivista che pubblicizzava automobili, quando entrò un mastodonte armato di un annaffiatoio di plastica e della Walther nove millimetri d'ordinanza nella fondina sotto l'ascella.

“Le dispiace spegnere la sigaretta? Se vuole può fumare nel corridoio” disse a mo' di saluto.

Schiacciai il mozzicone e lo vidi inginocchiarsi in un angolo della stanza. Anche così le sue spalle erano all'altezza della mia testa.

“La ringrazio. Alla mia piccolina il fumo fa male” esclamò con un odioso tono paterno.

“La sua piccolina?” indagai cercando una gnometta o uno scoiattolo.

“Lei. È un'aloe vera di Giava. Il succo ha proprietà cicatrizzanti” disse indicando un mazzo di lingue verdi che spuntavano da un vaso.

L'ufficio del commissario Stani era arredato con mobili in legno naturale. C'era odore di Ikea da tutte le parti e una stuoia di cocco dava un calore scandinavo all'ambiente. Gli psicologi consigliavano di portare qualcosa, qualche oggetto dell'ambiente familiare sul posto di lavoro, e questo poliziotto aveva preso il suggerimento molto sul serio. Mi indicò una sedia di legno davanti alla scrivania, ma per vedermi in viso dovette spostare un vaso con una felce. Alle sue spalle c'era uno schedario, anche, quello in legno naturale, con sopra un gran cactus, e mi domandai se per caso non fossi in una sede distaccata della polizia forestale.

L'agente Kaltwasser rimase in piedi con una scatola di cartone in mano.

“Mi dispiace di dover abusare del suo tempo e la ringrazio molto per la collaborazione” disse il commissario aprendo una confezione di aspirine.

Pensai che volesse offrirmene una, ma si limitò a seppellirne diverse nel vaso della felce.

“Non c'è niente di meglio per le piante. Assicura fogliame vigoroso e senza parassiti” spiegò riponendo la confezione in un cassetto della scrivania.

“Anche lei coltiva piante?” chiesi all'agente.

“Altroché. Kaltwasser è un appassionato giardiniere, i suoi tulipani sono splendidi” si affrettò a intervenire Stahl.

“Grazie, signor commissario” mormorò l'agente arrossendo in maniera vistosa.

“Quel che è giusto è giusto. Ma ora basta parlare di piante, ricapitoliamo: ieri sera abbiamo ricevuto la telefonata di un cittadino che ha dichiarato di aver sentito alcuni spari in una stanza dell'Hotel Blauer Stern. Sa di quale hotel sto parlando?” esordì il commissario.

Il Blauer Stern, o Stella Azzurra, era un pulcioso albergo a ore frequentato da puttane vicino alla stazione centrale, nel peccaminoso quartiere di Sankt Georg, la seconda Chinatown di Amburgo. Ma questo lo sapevano tutti in città.

“Sì, so dov'è, però non sono mai stato suo cliente” risposi.

“E fa bene. Non è un posto tanto raccomandabile.



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